Roma in Piazza per la Pace: la Voce del Movimento 5 Stelle Contro il Riarmo Europeo

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Sabato 5 aprile, Roma è diventata il cuore pulsante di una protesta che ha cercato di dare voce a un’Italia inquieta, stanca del linguaggio delle armi e desiderosa di tornare a parlare di pace. In una piazza gremita e viva, il Movimento 5 Stelle ha radunato — secondo le stime fornite dal leader Giuseppe Conte — circa 100mila persone. Un fiume umano mosso dalla convinzione che investire nella pace sia ancora possibile, e soprattutto, necessario.

La manifestazione si è posta in netta contrapposizione alla proposta europea di aumentare la spesa militare dei Paesi membri, spingendo per una politica comune di riarmo. Un’idea che Conte e il suo Movimento non solo rifiutano, ma denunciano come “pericolosa”, “distruttiva”, e profondamente lontana dai bisogni reali dei cittadini italiani.

Nelle sue parole dal palco: «Oggi siamo qui perché non vogliamo una società militarizzata. Noi costruiamo un’alternativa. E non siamo pochi: siamo 100mila. Questo Paese ha bisogno di pane, lavoro e dignità, non di missili e bombe».5 stelle

Dietro ogni slogan urlato, dietro ogni striscione alzato al cielo, c’erano persone. Volti. Storie. C’erano madri con i loro bambini, studenti, operai, pensionati, attivisti, giovani che per la prima volta prendevano parte a una manifestazione. Tutti uniti da un’idea semplice quanto rivoluzionaria: la pace non può essere una parola vuota, né una copertura diplomatica per politiche di guerra.5 stelle

Una Manifestazione Umanizzata: Voci e Volti dalla Piazza

Passeggiando tra la folla, si potevano ascoltare storie intime, testimonianze di chi ha deciso di venire anche da molto lontano pur di “esserci”. Francesca, 34 anni, impiegata part-time di Napoli, ha preso un treno all’alba con suo figlio di otto anni: «Lui a scuola disegna bandiere della pace. Io non voglio che cresca in un’Europa che investe sui carri armati. Voglio che cresca in un’Europa che investe su scuole, sanità e cultura».

C’era Marco, 69 anni, ex operaio FIAT in pensione, che agitava una bandiera arcobaleno con lo stesso orgoglio con cui in passato aveva difeso i suoi diritti sul posto di lavoro. «Ho vissuto la Guerra Fredda, so cos’è la paura. Non voglio che i miei nipoti crescano col timore del conflitto. E non voglio che l’Italia segua una logica bellica che non ci appartiene».5 stelle

Anche i giovani erano tanti. Studenti liceali, universitari, ragazzi dei collettivi e dei comitati di quartiere. Alcuni con i volti dipinti, altri con cartelli scritti a mano: «Soldi per la scuola, non per la guerra», oppure «Con la cultura si disarma». In mezzo a loro, anche rappresentanti di organizzazioni pacifiste, associazioni ambientaliste, esponenti del mondo della cultura e persino qualche volto noto del cinema e del teatro.5 stelle

Conte e la sua Visione: Un’Alternativa Politica “di Pace”

Nel suo lungo intervento dal palco, Giuseppe Conte ha voluto andare oltre la sola critica all’aumento delle spese militari. Ha delineato una visione politica che punta a restituire centralità a diritti sociali dimenticati: sanità pubblica, scuola, lavoro, equità sociale. Ma soprattutto, ha posto l’accento su un’Europa diversa, meno dominata dalle logiche atlantiste e più ancorata a una visione multipolare del mondo.5 stelle

«Non siamo anti-europeisti, ma crediamo in un’Europa che costruisce ponti, non che fabbrica armi. Che salva vite nel Mediterraneo, non che chiude i porti. Che si siede a tavoli di pace, non che alimenta conflitti infiniti», ha dichiarato.

Il messaggio è chiaro: il M5S vuole porsi come il punto di riferimento di quell’elettorato pacifista, progressista, stanco della retorica dell’emergenza bellica e desideroso di risposte concrete sui temi della vita quotidiana. In questo senso, la manifestazione è stata anche un banco di prova per la credibilità politica del Movimento, che si prepara a entrare nella campagna elettorale per le Europee con uno slogan implicito ma potente: “l’Europa che vogliamo non è armata”.

Un’Italia Divisa: Consenso, Polemiche e Silenzi. 5 stelle

Se da un lato la piazza di Roma ha rappresentato un momento di grande partecipazione popolare, dall’altro non sono mancate le critiche. Esponenti del governo e della maggioranza hanno accusato il M5S di populismo e di essere “fuori dalla realtà geopolitica”. Altri hanno liquidato la protesta come una “messa in scena”, utile solo a guadagnare consenso in vista delle urne.

Ma la verità è che la manifestazione ha toccato corde profonde. In un Paese provato da anni di crisi, dalla pandemia, dall’inflazione, e da un diffuso senso di precarietà, la promessa di un futuro pacifico e solidale ha ancora un forte potere evocativo. Anche se non sempre trova spazio nei media o nelle aule parlamentari.

Il corteo ha attraversato il centro della capitale in modo pacifico e ordinato, tra cori, musica, applausi, e momenti di commozione. La sensazione, tra i partecipanti, era quella di essere parte di qualcosa di più grande: un’idea, una speranza, forse anche un inizio. Perché quando centomila persone decidono di scendere in strada per chiedere la pace, non lo fanno a cuor leggero. Lo fanno perché sentono che il tempo delle parole vuote è finito. Lo fanno perché credono ancora che cambiare si può.

Conclusione: il Valore di “Essere Presenti”

La manifestazione del M5S a Roma contro il riarmo europeo non è stata solo un atto politico. È stata un atto umano. Un atto di testimonianza, di fiducia, di responsabilità collettiva. In un mondo in cui sembra più facile premere un bottone che costruire un dialogo, scendere in piazza per la pace è diventato un gesto rivoluzionario.

Giuseppe Conte ha lanciato un segnale chiaro: c’è un’Italia che non vuole arrendersi alla logica della forza. Un’Italia che vuole contare, ma senza contare i missili. Un’Italia che sogna una politica fatta di ascolto, giustizia sociale e speranza. E anche se i numeri della piazza potranno essere discussi, le emozioni di chi c’era — quelle no, non si discutono.

foto prese da: fanpage, Gaeta. It, e il manifesto

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